Editoriale 56
La comunicazione sui media
01 - 07 novembre
9 novembre 2021
L’arte comuncativa di Elon Musk. Il clima di Twitter. Xi Jinping riscrive la storia del Partito Comunista Cinese. Nuove censure in Nicaragua. Spese pazze per stampare i giornali e la transizione digitale della comunicazione d’impresa.
La Redazione
L’arte comuncativa di Elon Musk
Elon Musk ha chiesto con un sondaggio su Twitter se vendere o meno il 10 per cento delle sue azioni di Tesla per pagare le tasse sui soldi derivanti dalla vendita. Ultimamente, negli Stati Uniti si parla molto delle plusvalenze in seguito ad una proposta del partito Democratico di creare una nuova tassa sugli “unrealized gains” per le persone particolarmente facoltose. Come spiegato dal Post, gli unrealized gains sono i guadagni legati all’aumento di valore delle azioni, guadagni che esistono sulla carta ma che negli Stati Uniti sono difficilmente tassabili fino a che le azioni non vengono vendute generando liquidità. Per questo motivo, il fondatore di Tesla e PayPal, ha proposto di vendere il 10 per cento delle sue azioni di Tesla e ha lasciato il verdetto a Twitter. Elon Musk usa sistemi di promozione non convenzionali ed è uno dei casi più riusciti di Ceo branding associato a una costante attività di guerrilla marketing, basata sull’effetto sorpresa del pubblico e dei media. Come raccontato da Linkiesta, un esempio della sua abilità è stato l’evento di presentazione del Cybertruck, il pick-up elettrico annunciato in via informale ai suoi follower, coinvolti prima del lancio in un sondaggio sulle aspettative rispetto al nuovo prodotto. Un modo per coinvolgere il suo pubblico e generare hype. Il giorno della presentazione ufficiale Musk riuscì ancora una volta a stupire tutti non solo per il design del pick-up, diverso da quanto avesse lasciato immaginare, ma perché, durante l’evento, il pick-up non superò il test di sicurezza. Il Cybertruck riuscì comunque a riscuotere una copertura mediatica eccezionale e, anzi, l’incidente diede anche un tocco di autenticità alla presentazione. Elon Musk è l’esempio vivente di come, per un manager, saper coinvolgere il pubblico e stupire i media possa essere un ottimo modo di contribuire alla crescita del proprio brand aziendale.
Il clima di Twitter
Twitter sta lavorando per combattere la disinformazione sul clima e per farlo utilizza i prebunk - "hub affidabili e autorevoli di informazioni" - per provare ad anticipare le narrazioni fuorvianti. Secondo quanto riportato dal Washington Post, Twitter sta guidando la sua massiccia base di utenti verso informazioni affidabili maggiormente contestualizzate, una strategia che la società chiama "pre-bunking". Questa operazione coincide in particolare con il summit delle Nazioni Unite sul clima COP26 a Glasgow, vertice capace di accendere ampie discussioni anche sulla diffusione di informazioni errate online. Elizabeth Busby, una portavoce della società, ha spiegato che questi pre-bunk faranno “emergere il contesto autorevole attraverso una gamma di temi chiave” apparendo nelle schede “Esplora” degli utenti, nei loro portali di ricerca su Twitter e negli elenchi delle tendenze rilevanti. Ma basterà un’attività preventiva di raccolta e condivisione di informazioni vere a debellare o ridurre le fake news? Potrebbe essere un metodo vincente anche per altri social o altri contesti?
Xi Jinping riscrive la storia del Partito Comunista Cinese
Come fai ad assicurarti il terzo mandato da leader del Partito Comunista continuando la tua presa sul potere? Facile, se ti chiami Xi Jinping puoi anche riscrivere la storia del partito stesso e, con la Storia dalla tua parte, dimostrare al tuo paese di essere indispensabile, un gigante politico alla pari di Mao Zedong e Deng Xiaoping, che sta trasformando la Cina in una potenza globale. A questo scopo, come riporta The Economist, l'8 novembre a Pechino è iniziato il penultimo conclave del Comitato Centrale del partito prima del congresso quinquennale del 2022, anno che segnerà un decennio di leadership di Xi e l’ultimo per convenzione, ma lui è quasi certo di assicurarsi un altro mandato. Negli ultimi anni Xi ha lavorato duramente per mettere a tacere critici e schiacciare potenziali rivali, epurando l'apparato di sicurezza, promuovendo gli alleati politici e mostrando i muscoli del partito sguinzagliando i regolatori sulle grandi aziende private, il tutto condito da una buona dose di censura. Ora l’unico argomento nell’agenda della convention di Pechino è la risoluzione sulla storia del partito, la terza in 100 anni. La prima, nel 1945, e la seconda, nel 1981, sono state trionfi per Mao e Deng rispettivamente, consolidando la loro presa sul potere in momenti cruciali. Questa volta ci si aspetta che la “nuova versione della storia” celebri i risultati del partito, minimizzi gli orrori e suggerisca che Mao, Deng e Xi hanno condiviso la stessa visione. I regni di Mao e Deng saranno presentati come fasi preliminari essenziali prima dell'inizio della "nuova era" di Xi. Mao ha aiutato il popolo cinese ad "alzarsi" dopo un secolo di umiliazioni da parte delle potenze straniere. Deng ha messo la Cina sulla strada per "arricchirsi" dopo secoli di povertà. Ora il signor Xi sta aiutando la Cina a "diventare forte". La risoluzione saluterà la giudiziosa leadership di Xi nella gestione delle sfide sociali, economiche e di sicurezza nazionale, e suggerirà un continuo bisogno della sua saggezza.
Nuove censure in Nicaragua
Tongolele no sabìa bailar, il nuovo romanzo dello scritto nicaraguense Sergio Ramirez, è stato censurato proprio in Nicaragua. Perché il suo paese natale avrebbe dovuto proibire un romanzo poliziesco che parla di corruzione, intrighi e potere? Come spiega lo stesso Ramirez per El faro, in un articolo tradotto da Internazionale, la storia della censura in Nicaragua ha radici antiche. Fin dai tempi del colonialismo l’inquisizione censurava libri dannosi per la fede e per la retta condotta dei sudditi del regno. Durante il Novecento, invece, la censura delle dittature colpiva molto di più i giornali e venivano proibiti solo i libri che parlavano di marxismo. Poco tempo fa, quando le copie di Tongolele no sabìa bailar sono arrivate in Nicaragua inizialmente il processo per disimballare gli scatoloni ha rallentato, perché sembrava mancassero alcuni documenti di viaggio. Poi il direttore delle dogane ha richiesto un compendio del contenuto. A quel punto è risultato chiaro anche a Ramirez che il carico non avrebbe mai ottenuto nessuna autorizzazione. Nel frattempo, il suo libro era già stato letto da migliaia di persone nella versione elettronica. Il viaggio del suo romanzo, tuttavia, non si è ancora concluso. Potrebbe infatti raggiungere la biblioteca Dawit Isaak, in Svezia, che conserva i libri censurati, oppure Tallinn, in Estonia, dove esiste il museo dei libri proibiti, luoghi dove la libertà e il tempo non si sono fermati.
Spese pazze per stampare i giornali
Le spese per i giornali sono schizzate alle stelle, rendendo loro la vita difficile. Lo riporta The Economist, sottolineando come in passato, prima che le pubblicità si spostassero online, i quotidiani avevano una partnership con le cartiere. Con la partenza degli annunci online e il calo delle tirature, però, le relazioni sono diventate più transazionali. In tutto questo non ha aiutato la pandemia da Covid-19 che, visto il minor acquisto di giornali, ha depresso nuovamente la domanda di carta da giornale e ha aumentato le disgrazie per i fornitori di carta; poi l’economia ha ripreso, con il conseguente rialzo della domanda di carta da giornale. Questo, combinato con una capacità molto ridotta e con l'impennata dei prezzi dell'energia, ha provocato uno shock dei prezzi, di conseguenza i giornali europei dovranno pagare prezzi della carta più alti del 50-70% nel primo trimestre del 2022 rispetto all'anno precedente. Quali saranno le conseguenze al netto dei profitti?
La transizione digitale della comunicazione d’impresa
La spinta al digitale dell’emergenza pandemica ha impattato altresì sulla comunicazione delle aziende, che triplicano la propria presenza online (75%) rispetto al 2016 (25%). È il più consistente dei trend evidenziati da Prima Comunicazione, sulla base del report 2021 di Ascai , e comprende al suo interno un ampio universo mediatico, da e-magazine (29,17%) a newsletter (20,83%) cui seguono app, webTv e webRadio, podcast, workplace e blog. Solo il 25% delle aziende non ha rinunciato ad affidarsi ai mezzi cartacei (per lo più riviste), affiancandoli tuttavia nel 67% dei casi ad una versione digitale. Non un mero tentativo vano di resistenza al mutamento dirompente dei comportamenti dei fruitori di contenuti, ma una resilienza della carta comunque non sottovalutabile. La sfida evidenziata da Ascai oggi è quella di saper sfruttare i nuovi strumenti per la valorizzazione delle relazioni umane con dipendenti e stakeholder ai fini di un miglioramento reputazionale.